Dopo tre anni dal primo capitolo ed un paio di bei titoli quali Southpaw e I Magnifici 7, Antoine Fuqua torna a raccontare le vicende di Robert McCall (Denzel Washington), uomo di mezza età che conduce un'esistenza appartata e solitaria, costretto dalle tragiche circostanze a spolverare il suo passato da ex agente della DIA e a diventare un vero e proprio vendicatore.
Marchio di fabbrica del cineasta originario di Pittsburgh è questo stile dall'alto tasso di testosterone, sostenuto da un ritmo sempre piuttosto movimentato e da un'ironia che caratterizza ogni situazione e/o personaggio. A Roma si definirebbe coatto, ma ovunque ci si trovi la sua impronta è alquanto riconoscibile. The Equalizer 2 non fa eccezione. Inferiore in qualche modo al primo capitolo, a causa di una eccessiva prevedibilità nella trama che appare talvolta dilungarsi senza effettiva sostanza, il film ha però il merito di riportare in scena una delle figure più toste ed accattivanti della cinematografia moderna - basata su una celebre serie tv degli anni Ottanta.
Denzel Washington, attore feticcio di Fuqua dopo ben quattro lavori insieme, sembra divertirsi molto nel vestire i panni di quest'uomo distrutto dalla vita ma pronto a lottare per ciò che ritiene giusto. E, così facendo, c'è poco da dire, diverte molto anche noi spettatori. La questione della vendetta (personale) viene nuovamente posta sotto la lente dei riflettori, alla portata di chiunque voglia rifletterci e discuterne; così come il rapporto del protagonista con un giovane (interpretato da Ashton Sanders, Moonlight) che tenta di togliere dalla strada e dargli un futuro differente. Perché la risposta non è la violenza, non sempre almeno.
Splendide e suggestive le scene d'azione, curate come dei balletti tra guerrieri, e tutta la parte finale sviluppata a ridosso di un tornado, quasi a simboleggiare ciò che sta avvenendo all'interno di McCall e che lo porterà a perdere qualcosa e a rinascere come nuovo.