Adattato per lo schermo da quello stesso Tom Stoppard che scrisse Shakespeare in Love, basato sul romanzo Tulip fever (1999) di Deborah Moggach, La ragazza dei tulipani narra le vicende di Sophia (Alicia Vikander), una giovane orfana che viene data in sposa ad un intraprendente mercante (Christoph Waltz), più vecchio di lei. A farle compagnia nelle giornate tediose e ripetitive di Amsterdam c'è Maria (Holliday Grainger), che diventerà sua complice anche quando inizierà una relazione segreta con il pittore Jan Van Loos (Dane DeHaan).
La pellicola diretta da Justin Chadwick ha dalla sua un'ambientazione tra le più suggestive, ossia l'Olanda della metà del Seicento, ed un cast di altissimo livello che annovera tra i suoi ranghi nomi del calibro di Judi Dench e Tom Hollander. Ma nonostante simili premesse non riesce ad arginare quella manchevolezza che purtroppo la pervade a livello narrativo ed emozionale.
Paragonabile per forza di cose al ben più pregevole La ragazza con l'orecchino di perle, La ragazza dei tulipani ha la forma di un racconto, un racconto lineare e semplice, incorniciato ed accompagnato dalla voce fuori campo di Maria. Attraverso la sua prospettiva veniamo a conoscenza della vicenda della sua padrona, dell'intensa storia d'amore che la sconvolge e del mondo che le circonda. Interessante e ben sviluppato, il discorso sul mercato (ed il traffico) dei tulipani è forse l'unica parte a non apparire banale, delineando un contesto storico dotato di fascino e sfumature. Sfumature che invece non sembrano toccare i vari personaggi in campo, tutti più o meno prevedibili nei loro gesti e nelle loro intenzioni.
Nonostante ciò (e inaspettatamente) l'alchimia tra DeHaan e la Vikander è qualcosa che trascende lo schermo e dona un respiro più ampio ed apprezzabile alla pellicola.
Splendido e suggestivo l'apporto dato dallla fotografia di Eigil Bryld, così come il tappeto musicale sempre magistralmente ricamato da Danny Elfman.