Shrek e Fiona sono ormai due genitori provetti, attenti ai bisogni dei loro piccoli orchetti, e perfetti ospiti di casa nelle serate in compagnia di Ciuchino & family. Ma c’è qualcosa che manca al simpatico orco verde e che non riesce a scacciare: il ricordo di quando la palude era solo sua e nessuno osava avvicinarsi è come una ferita aperta e sarà proprio ciò la molla che ingenuamente lo porterà a firmare un patto con l’ambiguo Tremotino. D’un tratto Shrek si ritrova così in una strana realtà alternativa di Molto Molto Lontano, dove gli orchi sono braccati e costretti a vivere come fuorilegge nella foresta, e non c’è mai stato nessun happy end per lui ed i suoi amici.
Shrek e Vissero Felici e Contenti è il quarto capitolo di un’irresistibile serie creata nel 2001 dalla fervida mente (e mano) Dreamworks: il famoso e cinico orco verde ne ha fatta di strada, dopo aver salvato la principessa Fiona ed averne conquistato il cuore, ed ancora oggi, a distanza di quasi dieci anni dalla sua prima apparizione, riscuote un grande successo e registra boom di incassi. L’apporto del 3D serve poi a rendere questa nuova e già di per sé grandiosa avventura più entusiasmante e divertente.
Senza dubbio la forza di un’opera simile non risiede esclusivamente negli effetti visivi – che sono comunque sempre curati fin nel minimo dettaglio –, ma soprattutto nella genialità, nell’immediatezza e nella spontaneità di dialoghi e situazioni, che non lasciano in alcun modo spazio alla noia o alla disattenzione, ma anzi si imprimono negli occhi e nelle orecchie dello spettatore, suscitando il riso anche dopo ore dalla visione.
La straordinaria ed inimitabile bravura degli autori (tra cui compare Walt Dohrn, alias Tremotino, nelle vesti di capo del soggetto) si dimostra proprio nella capacità di saper dare ancora appetibilità e credibilità a dei personaggi ormai ben noti, senza tradirne lo spirito e legandoli, di volta in volta e con simpatici aggiustamenti, ai diversi contesti – sempre, ed intelligentemente, costellati di rimandi a quella che è la società attuale.
L’idea di fondo della storia, basata sulla classica domanda “Cosa succederebbe se…?”, è stata spesso e nei più vari modi utilizzata al cinema (e persino in televisione con la poco conosciuta ma notevole serie Day Break), rivelandosi in questo caso un’ottima occasione per riproporre, ma anche reinventare, tutto il pacchetto già collaudato e per stimolare interessanti riflessioni rivolte anche ad un pubblico di adulti. A ciò si aggiunga la spassosa figura di Tremotino, che risale a quasi duecento anni fa, dalle favole di Esopo ai fratelli Grimm.
Buona parte del merito va infine ai doppiatori originali – Antonio Banderas è il Gatto con gli Stivali sia nella versione americana che in quella italiana –, in grado di donare quel qualcosa in più all’anima dei personaggi, e alle sempre bellissime note di Harry Gregson-Williams.